Nel 1839, la dinastia dei Qing aveva gradualmente bandito la vendita di oppio, in mano agli inglesi. Questo portò le autorità britanniche a dichiarare un embargo di tutto il commercio inglese verso i porti cinesi.
Quando una nave di mercanti quaccheri contrari al commercio di oppio – la Thomas Coutts – disobbedì alla marina inglese tentando di attraccare al porto di Canton, per siglare un accordo con i Qing e proseguire il commercio indipendentemente dall’embargo imposto dal governo inglese, la marina britannica rispose aprendo il fuoco.
I cinesi inviarono delle navi per proteggere la Thomas Coutts, dando inizio ad una battaglia navale da cui uscirono pesantemente sconfitti.
Iniziava così la prima guerra dell’oppio, e quello che nella storiografia cinese verrà ricordato come il “secolo dell’umiliazione”.
Cosa c’entra questo con il vaccino Pfizer?
Sembrerà strano, ma il vaccino anti-covid ha molto in comune con l’oppio.
E’ un prodotto che una volta consumato, tendenzialmente va consumato molte altre volte, che una volta introdotto nel mercato sostiene la sua domanda senza particolari sforzi, che crea interdipendenza tra lo stato cliente e la potenza di riferimento.
Il vaccino è una merce imperiale.

LA FUNZIONE IMPERIALE DEL VACCINO
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Il vaccino contribuisce a delimitare un’area geopolitica, un impero.
E’ funzionale da un punto di vista imperiale non solo in quanto soddisfa la raison d’etre di ogni grande impero marittimo della storia – ovvero esportare merci e capitali per poi far tornare capitali più grossi in patria – ma anche in quanto crea un’interdipendenza difficilmente reversibile nel breve periodo; una “viscosità” nelle sempre più versatili e dinamiche catene logistiche globali.
In questo ha qualcosa di simile con un altra merce tipicamente imperiale: Le armi.
Al giorno d’oggi, le automobili non sono più una merce imperiale.
La Norvegia potrebbe importare automobili dagli Stati Uniti ora, ma questo potrebbe cambiare domani. Un raffreddamento nelle relazioni politiche, una fluttuazione di mercato… qualsiasi cosa dovesse succedere la Norvegia non rimarrebbe a corto di automobili, potrebbe importarle dalla Repubblica Ceca, dal Giappone, dalla Cina.
Lo stesso discorso non vale per le armi. La Norvegia non potrebbe sostituire i suoi F-35 con dei SU-57 da un giorno all’altro, non solo perché rischierebbe una “Piazza Fontana” un giorno prima di firmare il contratto (si scherza, la Grecia i suoi S-300 alla fine li ha ottenuti). Principalmente perché in primis i Sukhoy arriverebbero tra mesi, anni, in secundis perché andrebbero ad intaccare l’interoperatività di tutti i sistemi d’arma della Norvegia e dei suoi alleati, progettati per essere usati insieme.
Questa inelasticità – come abbiamo già detto – crea anche dipendenza.
La guerra moderna è estremamente dispendiosa dal punto di vista materiale e non è ragionevolmente possibile avere in magazzino scorte sufficienti per condurne una, anche se di breve durata. Servono pezzi di ricambio, servono missili, servono continuamente nuove forniture.
Durante la guerra di Yom Kippur, gli USA e l’URSS fornirono ai loro alleati/clienti ciò di cui avevano bisogno (più o meno) ma non sempre è stato così.
Durante la Guerra delle Falkland ad esempio (dopo minacce da parte inglese di nuclearizzare Buenos Aires) i francesi smisero di vendere all’Argentina di Galtieri ulteriori missili excocet e pare fornirono all’Inghilterra i codici segreti per disabilitarli; gli USA non fornirono i manuali tecnici di cui l’Argentina aveva bisogno per tarare i fusibili delle sue bombe, che spesso non esplodevano a contatto con le navi inglesi. I missili excocet in particolare erano pressoché l’unico sistema d’arma veramente efficace di cui gli argentini disponevano – con cui avevano affondato due navi inglesi – e che avrebbe potuto alterare il corso della guerra in modo significativo.
Il vaccino covid – come le armi e l’oppio – è la merce imperiale perfetta.
La sua domanda è sostenuta nel tempo da cause endogene (le politiche governative) o può essere “rintuzzata” dall’esterno (il panico per una nuova variante creato dai mass media dell’anglosfera).
E’ difficilmente sostituibile, sia a causa di una maggior propensione da parte della popolazione per somministrarsi un unico vaccino piuttosto che cambiarlo ogni volta, sia perché la sua sostituzione dipenderebbe comunque dal placet delle “autorità indipendenti”, delle burocrazie e delle “comunità scientifiche” dei vari paesi che – come noto – non sono il più delle volte mosse da un’aristotelica ricerca della verità, bensì da considerazioni più “pragmatiche”.
Quindi, l’interruzione della sua fornitura – o il suo approvvigionamento ad un prezzo meno favorevole – sono prospettive realistiche davanti alle quali i clienti non vogliono trovarsi, portandoli a conformarsi alle necessità imperiali nell’uno o nell’altro caso.
Una volta stabilito questo, capiamo come le varie potenze (non esclusivamente gli USA, benché rappresentino il caso di studio che più ci interessa) mirino ad espandere il mercato dei loro vaccini, non solo per considerazioni economiche ma anche per considerazioni geopolitiche e militari; e come d’altra parte i loro clientes si affidino in modo entusiasta al vaccino in questione per ingraziarsele.
Vediamo ora uno dei casi più cristallini, nonché più vicini a noi, in cui questo è avvenuto.

L’UE E I VACCINI
SPUTNIK E SINOVAC
Consigli di lettura di Inimicizie
Sputnik e Sinovac, questi sconosciuti.
Perché questi vaccini, a tempo debito, non sono stati approvati dall’EMA?
Fate questa domanda ad uno scienzato o ad un giornalista, insomma ad un esperto, e vi risponderà che le authorities indipendenti stessero valutando i clinical trials e stessero facendo una rolling review, ma mancassero i dati peer reviewed.
La risposta corretta però è questa: Perché sono russi e cinesi. E’ poco più di un segreto di Pulcinella.
I dati ovviamente ci sono, e sono bene o male gli stessi. Ci sono gli stessi dati negli stessi giornali.
Non è un caso che un partito come la Lega cercasse di far credere che lo Sputnik sarebbe arrivato in Italia,con una produzione domestica del vaccino russo (poi, “stranamente”, non concretizzatasi) mentre nel frattempo il fatto si posizionava come il partito più atlantista d’Italia. Tirando un osso (inesistente) ad un elettorato filo-russo in procinto di vedere il suo partito in prima linea nella guerra per procura in Ucraina.
Notevole anche la guerra informazionale sul Sinovac cinese, reo di aver “causato” le (ri)chiusure in Cile, vaccinato al 70% con il vaccino cinese. Una narrazione che ha del comico o del grottesco, se si ricorda che quando l’Italia richiudeva con l’85% di vaccinati, la conclusione unanime era che semplicemente non fossero abbastanza.

ASTRAZENECA
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Se le vicende di Sputnik e Sinovac appaiono quasi scontate, molto più interessante è la vicenda di AstraZeneca.
Come ci si può spiegare quello che è successo ad AstraZeneca, prodotto che viene da Londra, il centro dell’anglosfera?
Prima di tutto ricapitoliamo cosa è successo ad Astrazeneca:
- 29 gennaio 2021: Viene approvato dall’EMA e consigliato per tutte le fasce d’età
- 30 gennaio: Siccome le decisioni dell’EMA in materia di approvazione sono vincolanti per gli stati membri, viene approvato dall’AIFA, ma consigliato per la fascia d’età 18-55, in mancanza di dati per la fascia superiore (e allora perché l’EMA l’ha consigliato? Operavano con scienze diverse?)
- 22 febbraio: Viene alzata la fascia d’età di AstraZeneca fino a 65 anni da AIFA in seguito a “nuove evidenze”
- 8 marzo: Viene reso somministrabile a tutte le fasce d’età esclusi gli estremamente vulnerabili
- 15 marzo: La Germania sospende l’approvazione di AstraZeneca dopo “casi sospetti di trombosi”, definendola una decisione “tecnica, non politica”. Appena dopo, la stessa decisione “tecnica” viene presa da Italia, Francia e Spagna. Evidentemente gli scienziati avevano avuto un eureka collettivo, nella stessa giornata. EMA mantiene comunque la sua approvazione del vaccino
- 18 marzo: L’Italia riprende a somministrare AstraZeneca
- 11 giugno: Il CTS con una decisione impartisce la somministrazione di AZ solo ad over 60, laddove prima era somministrato solo ad under 60 (causando la morte di Camilla Canepa e non solo)
- Gradualmente AZ inizia a scomparire senza annunci o decisioni, oggi non viene più somministrato
E’ una vicenda che ha dell’assurdo, e non può essere spiegata con tesi scientifiche, per quanto qualcuno ci abbia provato.
Come si fa a spiegare il fatto che AZ (al secolo Vaxzevria) sia stato sospeso a causa degli effetti avversi, quando tutti i report sugli effetti avversi provenienti da UK, Israele etc etc mostravano effetti avversi e morti addirittura superiori per il vaccino Pfizer? Perché sui giornali ci finivano solo quelli legati ad AstraZeneca. E perché ci finivano solo quelli? Perché le agenzie regolatorie europee hanno dato messaggi così contrastanti e confusionali da far presumere malafede?
Il vaccino Pfizer-Biontech viene prodotto in Germania, e l’UE è una creatura a trazione tedesca, specie dopo la Brexit.
Ma il vaccino Pfizer è prima di tutto un vaccino statunitense.

LA PREFERENZA IMPERIALE
Dal punto di vista geopolitico e militare, la formazione di blocchi delimitati (anche) da determinati vaccini ci deve far pensare, e naturalmente ci rimanda a paralleli con la nostra storia.
Dobbiamo dare uno sguardo al periodo post grande depressione, con la formazione di blocchi commerciali – ad esempio quello inglese – basati sulla preferenza imperiale.
Gli anni precedenti all’inizio della seconda guerra mondiale.
Il mercantilismo vaccinale – così possiamo chiamarlo – fa parte della grande tendenza, successiva all’utopia-distopia degli anni ’90 della fine della storia, che vede il ritorno prepotente alla geopolitica dei blocchi. Commerciali, militari. Il ritorno al multipolarismo.
Gli USA riavviano (in grave ritardo) la produzione domestica di terre rare, sanzionano la Cina, isolano l’Europa Occidentale dalla Russia tramite la guerra per procura e financo l’attacco armato.
La Russia si dota di un proprio sistema di pagamento e acquista oro, l’India fa ciao ciao a Visa e Mastercard (che protestano presso il governo statunitense) e studia nuovi sistemi per commerciare in valuta nazionale.
La Cina sottrae le sue linee di comunicazione commerciale alla talassocrazia americana tramite la “via della seta“, difende la sua sovranità anche in ambito digitale, con la costruzione di cavi in fibra ottica, di un “grande firewall” digitale. Gli USA cercano di isolare la Cina dal mercato dei semiconduttori, e bloccano le imprese cinesi dal lavorare su infrastrutture strategiche come il 5G.
Ogni blocco deve avere le sue armi, i suoi vaccini, i suoi server, le sue fonti di energia (la “transizione ecologica” dovrebbe in teoria lavorare anche in questa direzione) le sue materie prime.
La globalizzazione è morta, anzi, non è mai esistita.
La storia non è mai finita.
8 pensieri riguardo “Oppio, armi e vaccini”