Libia, guerra tra (ex) alleati

DI DAVIDE RIVA

Questo pezzo è un contributo esterno, che non rispetta necessariamente il punto di vista dell’editore

Sembrava che finalmente la Libia avesse imboccato la strada della pace da quando, circa un anno fa, sotto la spinta della comunità internazionale, arrivando persino al rischio di un confronto diretto tra l’esercito egiziano e le truppe turche, era stato firmato un cessate il fuoco che aveva fermato gli scontri tra Cirenaica e Tripolitania. Il punto principale di questo accordo fu la formazione di un esecutivo di unità nazionale, non più diviso (de jure) tra Tripoli e  Bengasi.

L’unità e la pace sono, però, rimaste solo sulla carta, in quanto continua ad esistere una Camera dei Rappresentanti guidata da Aguila Salah e appoggiata dal sedicente Esercito Nazionale Libico (in realtà una galassia più o meno unita di milizie tribali libiche, ribelli ciadiani, ex militari di Gheddafi, Janjaweed sudanesi, mercenari siriani e russi della Wagner).

L’ENL è comandato dal Maresciallo Haftar, ancora restio ad accettare il potere della vecchia capitale Tripoli e del suo Governo di Unità Nazionale (GNU), figlio di una conferenza a Ginevra, ottenuta dopo un estenuante lavoro di mediazione della diplomazia europea, che formalmente rappresenta il paese nel suo complesso.

Per quanto riguarda la pace, anch’essa nella realtà è rimasta lettera morta.
Sebbene gli scontri tra Cirenaica e Tripolitania siano (per il momento) in stand by, la guerra non è assolutamente finita, si è, invece, spostata all’interno delle due aree geografiche e delle fazioni che le dominano.

Miliziani legati al GNA

GUERRA TRA BANDE IN TRIPOLITANIA

Dalla fine dell’assedio di Tripoli, nel giugno del 2020, da parte delle truppe della Cirenaica, per la regione occidentale della Libia, la pace rimane un miraggio. Infatti i combattimenti sono continuati, anche se in scala minore, sia fuori che dentro la capitale stessa.
Gli ultimi scontri si sono verificati, a fine agosto, a Zawiya, e a inizio settembre a Tripoli.

A Zawiya, a scontrarsi, sono state le milizie locali e le Forze di Sostegno alla Stabilità, quest’ultime poste sotto il comando del ministero della difesa del nuovo GUN.
La città non è nuova a queste azioni, è infatti uno dei luoghi in Libia con più truppe dislocate.

A Tripoli, invece, la battaglia è avvenuta tra la Brigata 444,  sostenuta dalla Turchia, e ancora una volta, le Forze di Sostegno alla Stabilità.
Ma se a Zawiya possiamo supporre che le tensioni siano frutto di una guerra sotterranea, per il controllo degli introiti derivanti dai traffici illegali, uno su tutti quello dei migranti, a Tripoli la situazione è ben diversa: E’ legata alle lotte di potere tra le varie fazioni islamiste, lotte che vanno avanti fin dalla caduta di Gheddafi, che hanno visto la situazione capovolgersi più e più volte.

Dal golpe islamista del 2014 al Governo di Accordo Nazionale di Serraj, a sua volta quasi crollato nel 2018 a causa dell’ingresso a Tripoli delle Brigate di Tarhuna, formalmente sue alleate, queste guerre intestine si erano fermate soltanto per affrontare il comune nemico, il Maresciallo Haftar, con il sostegno di Turchia ed Italia, nemici d’antan. Ripresero però immediatamente dopo la pace, con esso firmata.

Questi scontri, e qui sta il pericolo, stanno aumentando di intensità e sono sempre più numerosi: Ciò significa che l’unità delle forze che sostengono il governo a Tripoli sta venendo meno, il tutto a favore del Maresciallo Haftar.

L'ex presidente del GNA Al-Serraj, sostenuto nominalmente da ONU ed UE e sostanzialmente da Turchia e Italia, aveva radunato sotto di se il fronte opposto ad Haftar
L’ex presidente del GNA Al-Serraj, sostenuto nominalmente da ONU ed UE e sostanzialmente da Turchia e Italia, aveva radunato sotto di se il fronte opposto ad Haftar

SITUAZIONE ESPLOSIVA NEL FEZZAN

Per quanto riguarda gli scontri che vedono coinvolti gli uomini della Cirenaica, dobbiamo segnalare l’offensiva delle Forze d’élite dell’LNA contro i ribelli ciadiani del FACT, il Fronte per la Concordia e l’Alternanza del Ciad, lo stesso gruppo che pochi mesi fa ha ucciso il Presidente del Ciad Idris Deby.

Nello schieramento cirenaico, la situazione è ancora più complicata di quella in Tripolitania.
Francia e Russia sostengono entrambe Haftar, ma, se Parigi sostiene il governo di N’jamena in Ciad, Mosca invece (tramite il Gruppo Wagner) ha armato, e addestrato, i ribelli ciadiani, che hanno sostenuto prima le milizie di Misurata, per poi combattere per il Maresciallo di Bengasi.

L’offensiva dell’LNA, contro i suoi ex-alleati del Ciad, può essere spiegata sotto due punti di vista:
Il primo è che il FACT è stato di fatto quasi annientato dai francesi, dopo l’uccisione di Idris Deby, e quindi attaccare i ribelli ciadiani, oltre il confine libico, rappresenta un favore a Parigi che non intacca (anzi, rafforza) la potenza militare dell’Esercito Nazionale Libico, rinsaldando i legami tra Eliseo ed  Haftar. Legami che si erano raffreddati dopo la sua sconfitta, o non vittoria, contro il GNA, sostenuto militarmente dalla Turchia e dai suoi droni (che sono stati decisivi anche in un altro recente conflitto).

La seconda spiegazione sta nel fatto che, nell’accordo di cessate il fuoco, entrambi i governi si erano impegnati ad espellere tutti i mercenari stranieri, quindi, la cacciata del FACT, è un modo per dimostrare, alla comunità internazionale, che Bengasi rispetta gli accordi, a differenza di Tripoli. Il GNA è stato accusato più volte, con una certa fondatezza, di servirsi di mercenari siriani reclutati dalla Turchia.
Naturalmente si tratterebbe di pura apparenza, di un’operazione simpatia, poiché le truppe della Cirenaica sono ancora sostenute da mercenari provenienti da molti paesi: I russi della Wagner, i sudanesi Janjaweed ( che hanno preso parte all’offensiva contro i loro storici nemici ciadiani) e i siriani inviati da Assad.

Tutto questo ci porta a pensare che in Libia l’opzione militare non sia mai stata accantonata definitivamente, rimanendo uno scenario probabile nel caso dovesse fallire il percorso politico, o se questo dovesse scontentare troppo una delle tante parti che siedono al tavolo delle trattative.

Per approfondire l’argomento Libia, in relazione all’influenza italiana nella regione, vai a vedere la serie in tre parti sull’argomento.

PARTE 1

PARTE 2

PARTE 3

5 pensieri riguardo “Libia, guerra tra (ex) alleati

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